Alla scoperta della via della fica

Un tempo vi era la via della seta, oggi, invece vi voglio raccontare della via della fica o delle fiche. Ma non stiamo parlando di signorine più o meno convinte di vendere una parte del loro corpo. Nel Salento, la fica, è un frutto e lo si può trovare dapprima verde e duro e poi giallo o nero facile da staccare e da gustare in ogni sua parte. Ora questo non vuol essere un invito a prendere d’assalto i ficheti che insistono lungo le nostre strade di campagna ma è piuttosto una condivisione su dove trovarle buone e gustose e morbide.

Partiamo dall’inizio, io e un mio compagno di avventura andiamo spesso in bicicletta e ci capita di assaggiare questi buonissimi frutti. Le fiche di Carpignano Salentino sono le migliori finora assaggiate. Gli alberi si innalzano in tutto il loro splendore con il loro carico dolce e pesante nello stesso tempo. Nelle campagne tra Borgagne e Carpignano Salentino i ficheti si sprecano e le fiche sono lì pronte per essere raccolte. Se non lo fate voi ci sono migliaia di insetti e api che banchettano al vostro posto. Non vi preoccupate della buccia, si mangia anche quella. Se vi sporcate con quella specie di latte potete pulirvi con le foglie di fico, in realtà tali foglie vanno bene anche nel caso non abbiate carta igienica e se avete mangiato troppi fichi rischiate di doverne usufruire.

A Melendugno invece fiche buone ce ne sono poche, vi sono tanti alberi è vero, ma bisogna violare la proprietà privata dei fondi e spesso la fatica non vale il rischio di essere sgridati dal proprietario. Su Google Maps è segnalato un albero di fichi super a ridosso dell’oasi naturale Le Cesine, non fate la fatica di rintracciarlo, noi non ci siamo riusciti e siamo tornati a casa a mani e pancia vuota.

E ora passiamo a spiegare come si raccolgono le fiche. Non usate le buste di plastica per favore. I fichi si raccolgono utilizzando un “panaro” rigorosamente intrecciato a mano, con il fondo ricoperto da foglie di fico, grandi, larghe, verdi, belle. Il “panaro” è un recipiente con occhiello che si mette sotto il braccio a mo di borsetta e la fica di adagia con garbo insieme alle sue sorelle. Le fiche non si buttano in malo modo ma devono essere consumate subito. Un paio di giorni massimo altrimenti si guastano e si perde la possibilità di gustare questo frutto tipicamente estivo.

D’inverno invece ci sono le fiche secche, ma questa è un’altra storia.

Francesco Cappello